Eurobidoni, la promessa Mendieta tra delusione e musica
Arrivato come fuoriclasse dal Valencia, Mendieta si rivela subito una delusione. Soprattutto per quanti avevano scommesso su un futuro da campione

| 4 minutes di lettura
Condividi
Condividi su Facebook
Condividi su Twitter
Condividi su Telegram
Copia Link
- Gaizka Mendieta fu una delle grandi delusioni del calcio italiano. Arrivato alla Lazio, dal Valencia, nella stagione 2001-2002 (a 27 anni) come miglior regista europeo (40 partite con le Furie Rosse e 8 gol in carriera), non riuscƬ minimamente a essere allāaltezza della sua fama.
- Novanta miliardi di vecchie lire (il secondo acquisto più costoso nella storia del club biancoceleste dopo Hernan Crespo) per un quinquennale da 8 miliardi all'anno, le cifre record che convinsero il fuoriclasse di Bilbao a trasferirsi dal Valencia (dove aveva incrociato Ranieri e Cuper) vice campione d'Europa in cui vinse anche una Copa del Rey e una Supercoppa nazionale, vincendo il premio quale miglior centrocampista della Champions per due anni consecutivi , alla corte di Sergio Cragnotti.
- Quella stagione fu maledetta per lo spagnolo, che riuscƬ nellāimpresa di segnare neanche un gol (in 20 presenze). Sia Dino Zoff, sia Alberto Zaccheroni, provarono, invano, a trovargli una collocazione tattica per uno che in veritĆ mostrava il suo talento cristallino in un sistema di gioco molto più anarchico. La sua stella smise di brillare sotto il Colosseo, ma alcuni bagliori si sprigionarono con la camiseta blaugrana, con i nastri nascenti Xavi Hernandez, Andres Iniesta e con campioni del calibro di Roman Riquelme, Javier Saviola, Carles Puyol e un Thiago Motta stratosferico, prima che sāinfortunasse, sotto la guida di Radomir Antic.
- Gli ultimi cinque anni li trascorse nel Middlesbrough dove in 62 gare realizzò soltanto 4 gol, conquistando anche una Coppa di Lega. Gaizka non rimase nel mondo del calcio, rimase in Inghilterra, a Yarm (nel North Yorkshire), dove tuttora si diverte a fare il deejay.
