Un vulcano in eruzione, è proprio il caso di dirlo: Higuain alla Juventus ha scatenato l’ira di tutti i tifosi del Napoli, per un tradimento che difficilmente sarà perdonato. La Juventus dal canto suo ripete quest’operazione “simpatia”, 26 anni dopo il caso Roberto Baggio, reo di aver tradito la maglia viola per passare alla squadra più odiata dai tifosi fiorentini.
Ma il calcio è (anche) questo. I giocatori e gli allenatori vanno e vengono, bandiere ce ne sono poche e il dio denaro padroneggia. Certo, in questo caso c’è qualcosa in più, qualcosa che, leggendo la marea di commenti in rete, da parte di addetti ai lavori e non, in pochi hanno sottolineato: Higuain non è andato via per soldi, perché De Laurentiis aveva proposto al giocatore un corposo adeguamento del contratto.
Dunque, a parità di offerta, quello che ha spinto il Pipita ad accettare la proposta bianconera è stato il progetto della Juventus. Un progetto che mira alla conquista della Champions League nel breve periodo (al momento la vittoria della Juventus in Champions data a 13.80, migliore quota Bet-At-Home). Sì, perché Higuain, nonostante i 227 gol con le maglie di River Plate, Real Madrid e Napoli, non ha ancora vinto niente di internazionale, né a livello di club, né tantomeno con la Nazionale. Una maledizione che lui vuole affrontare di petto, provando a trascinare la Juventus a conquistare quella Champions League che manca dal 1996 dalla propria bacheca.
A questo si aggiunge che nel frattempo il Napoli non aveva fatto chissà quale campagna acquisti: con tutto il rispetto per Tonelli e Giaccherini, questi acquisti non sono l’emblema di una società che mira fortemente a vincere. La squadra dello scorso anno è arrivata seconda nonostante i 36 gol del Pipita e una stagione “normale” da 20 gol potrebbe dunque non bastare al Napoli per vincere il campionato (gli azzurri che vincono lo scudetto sono dati a 9.0, migliore quota BetClic).
Quello che tanti tifosi napoletani non hanno compreso è che forse la causa principale dell’addio di Higuain è stato la mancanza di una ferma volontà di vittoria, che dalla società non è arrivato. Adesso toccherà al Pipita trovare la giusta intesa con il suo connazionale, Paulo Dybala: uno mancino, l’altro destro, uno agile, l’altro potente, uno gira intorno all’area , l’altro la padroneggia. Nasce la nuova Juve e Gonzalo è pronto a conquistarla.
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