Nel calcio sembra imperare una legge non scritta secondo la quale tutto ciò che viene da fuorio è sempre meglio di quello che si ha già in casa. E a questa norma non è sfuggito il Manchester United, che ha appena staccato un assegno da 120 milioni alla Juventus per un giocatore che solo quattro anni fa era suo e che si lasciò sfuggire praticamente a costo zero. Anzi, scusate: la Juventus pagò ai Red Devils un milione di euro a titolo di risarcimento per i diritti di formazione calcistica... Il suo trasferimento è il più caro nella storia del calcio: con questa operazione la Juve mette a bilancio una plusvalenza monstre e Mino Raiola, il ‘Re’ dei procuratori, intasca la bellezza di 20 milioni di euro.
Ora dunque Pogba è – di nuovo- del Manchester United e attorno a lui Mourinho ha intenzione di costruire il progetto che porterà l’Old Trafford ad essere nuovamente il teatro dei sogni (il Man Utd che vince la Premier è dato a 5.50, migliore quota Betfair). Ma perché vale così tanto Paul Pogba?
La storia calcistica del francese ha inizio nella modesta squadra del Roissy-en-Brie, a due passi dal paesello di Lagny-sur-Marne dove Paul è nato nel 1993 da genitori di origine guineiana. Qualcuno lo notò e lo fece entrare nella scuola di formazione di Le Havre, il vivavio da cui sono emersi molti gioielli negli ultimi anni. Qualche nome? Riyad Mahrez, Lass Diarra, Carlos Kameni.
A soli 17 anni, nel 2009, fu ingaggiato dal Manchester United e, dopo due anni nelle giovanili, debuttò in prima squadra nella FA Cup del 2011 contro il Leeds United. Sembrava che tutto filasse liscio, ma il suo temperamento e il suo desiderio di essere titolare gli giocarono un brutto scherzo. Sir Alex Ferguson gli chiese di avere pazienza, la stessa che a suo tempo avevano avuto glorie come Paul Scholes o Ryan Giggs. Ma il francese non voleva sapere: voleva solo giocare e mettere in mostra le proprie qualità.
Il resto è storia nota. Nel 2012 approda alla Juve e in quattro stagioni, prima con Antonio Conte e poi con Massimiliano Allegri, colleziona 178 presenze, 34 reti e un’infinità di assist. Grazie anche alla sua classe, i bianconeri vincono 4 scudetti, 2 Coppe Italia e 3 Supercoppe italiane. Ora i bianconeri dovranno fare a meno di lui, ma se ne faranno una ragione, o 120 (la Juve rimane la grande favorita della serie A; il suo scudetto è dato a 1.44, migliore quota BetClic). Rimane il rammarico della finale di Champions league persa con il Barcellona. Si rifarà presto.
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