Il problema tecnico subito da Vettel in Giappone indirizza il Mondiale ormai quasi definitivamente verso Lewis Hamilton. Secondo in griglia, il tedesco è apparso subito poco veloce e si è ritirato dopo pochi giri per un guasto ad una candela. L’inglese ha condotto sostanzialmente per tutta la gara, però è stato costretto a difendersi fino alla fine dai tentativi di Max Verstappen, ancora una volta molto pimpante. Terza l’altra Red Bull di Ricciardo, che ha resistito ai tentativi di rimonta di Bottas. Raikkonen ha chiuso al quinto posto dopo una buona rimonta successiva a un contatto sfiorato con Hulkenberg nei primi giri che lo aveva costretto a rientrare nelle retrovie.
Hamilton sale così addirittura a +59 e avrà ad Austin la prima occasione di mettere matematicamente le mani sul Mondiale con tre gare d’anticipo: non sarà una passeggiata, visto che deve raccogliere 16 punti in più di Vettel, però visti i recenti problemi di affidabilità della Ferrari non è neppure uno scenario impossibile. Una situazione abbastanza imprevedibile visto che solo un mese fa, prima di Monza, il pilota Ferrari conduceva con 7 lunghezze di vantaggio, poi però Hamilton ha centrato tre successi e un secondo posto, mentre il tedesco si è ritirato in due occasioni e una volta ha chiuso quarto dopo essere partito ultimo.
Domenica ad Austin si correrà alle 21 italiane: diretta su Sky Sport Mix e Rai 1. Lewis Hamilton grande mattatore qui: ha trionfato nelle ultime tre edizioni, alla guida della Freccia d’Argento, e pure con la McLaren nel 2012. Sebastian Vettel ha invece vinto nel 2013 su Red Bull. L’anno scorso fu doppietta Mercedes senza tante storie, davanti a Ricciardo e a Vettel in una gara piuttosto lineare. La stessa scena, con l’inglese davanti a Rosberg, si è ripetuta anche nelle due edizioni precedenti. Il miglior risultato ottenuto dalla Ferrari in Texas, su cui si corre da soli sei anni, è un terzo posto con il pilota tedesco nel 2015.
Visto il dominio tecnico dimostrato dalla Mercedes oltreoceano, inevitabile che Lewis Hamilton sia di nuovo il grande favorito: quota bassa (la migliore 1.85 con 888sport), ma non irrisoria. La Ferrari si è dimostrata molto veloce negli ultimi weekend, però ha pagato dal punto di vista strutturale: la quota di Vettel (la migliore 3.5 con William Hill) è invitante, ma ci sono vari interrogativi. Considerate le buone prestazioni della vettura di Stoccarda qui, possibile Valtteri Bottas torni sul podio dopo due tornate di digiuno (miglior quota 1.83 con Bet365), anche se in questo caso la quota più interessante spetta a Max Verstappen (la migliore 2.5 con Paddy Power), che ha corso molto bene nelle ultime due gare. Quota bassa (la migliore 1.6 con Unibet), ma la Mercedes dovrebbe stavolta rivelarsi il team vincente. Giochi invece chiusi per la pole position: Hamilton, mago sul giro secco (miglior quota 1.64 con Paddy Power) ha primeggiato in qualifica anche quando la sua macchina non era la più veloce in assoluto, l’unico vero rivale può essere Vettel (miglior quota 3.75 con 888sport).
Nelle scuderie di rincalzo, esordio su Renault per Carlos Sainz, reduce da due ritiri ma che in genere, quando ha concluso la gara, è sempre riuscito a finire tra i primi dieci (miglior quota 1.85 con Paddy Power). Al suo posto, debutterà in Formula 1 con la Toro Rosso Brendon Hartley, che come compagno avrà il rientrante Daniil Kvyat, visto che Pierre Gasly è stato richiesto dalla Honda in altri campionato, dove è in lizza per il titolo. Prima della rottura della sospensione in Giappone, era in buona serie anche Lance Stroll (miglior quota 3.05 con Paddy Power), che aveva chiuso nei primi dieci per tre volte di fila: la sua quota è la più appetitosa. Bene da questo punto di vista anche il compagno di squadra, Felipe Massa, ma la puntata su di lui avrebbe un ritorno notevolmente minore (miglior quota 1.76 con Paddy Power). In una gara normale, le due Force India di Sergio Perez (miglior quota 2.62) ed Esteban Ocon (miglior quota 2.88 con William Hill) sembrano essere le uniche in grado di potersi infilare nei primi sei in caso di problemi ai top team.