Trump-Clinton. Clinton-Trump. Mancano solo poche ore per risolvere il dilemma che da mesi ormai occupa le pagine dei giornali e le chiacchiere tra amici. Le elezioni alla presidenza degli Stati Uniti sono infatti l’unico evento politico al mondo capace di mobilitare ogni quattro anni l’attenzione dell’umanità. Sono un po’ come le Olimpiadi o i Mondiali di calcio e come quelle competizioni sportive, è impossibile rimanere indifferenti e non tifare per l’uno o per l’altro candidato. C’è da scommeterci che la la notte tra martedì 8 e mercoledì 9 novembre milioni e milioni di persone avranno gli occhi incollati alle TV, allo smartphone o allo schermo del computer per seguire ogni aggiornamento della situazione e prevedere chi dei due alla fine la spunterà.
Il numero magico da tenere presente è 270: si tratta della soglia minima di grandi elettori (in totale sono 538 e ogni stato elegge un numero di delegati pari al numero di rappresentanti di cui dispone al Congresso) necessari per conquistare la Casa Bianca e diventare presidente degli Stati Uniti.
La campagna elettorale è stata lunga e piena di colpi bassi, accuse, polemiche e perfino svenimenti. Ma con un’unica certezza: comunque vada, si tratterà di un risutato storico. Hillary Clinton, in caso di vittoria, potrebbe essere infatti la prima donna della storia ad occupare lo Studio Ovale, un ufficio che conosce molto bene, in quanto first lady durante la presidenza di Bill Clinton e segretario di Stato durante il primo mandato di Obama. "Ad ogni bambina che ha grandi sogni sul suo futuro, dirò: Sì, da grande potrai essere tutto quello che vuoi, perfino presidente", disse al momento dell’investitura a candidata democratica. E la sua storia di avvocato e diplomatica lo dimostra.
Nell’altro angolo del ring siede, o meglio, grida, Donald Trump, arcimilionario magnate della costruzione, personaggio fino ad ora conosciuto più per la sua stravaganza, la pettinatura e le sue giovani fidanzate modelle che per le capacità di leader politico. Con un messaggio semplice ed efficace è riuscito a vincere, con molte polemiche, le primarie repubblicane, superando avversari molto più esperti di lui. Alcune sue dichiarazioni sessiste hanno fatto vacillare le possibilità di vittoria, ma ora i sondaggi lo danno nuovamente a pochi punti dalla favorita Clinton.
Facendo un’analisi dell’elettorato statunitense, emergono alcuni dati interessanti che potrebbero far capire chi dei due ha maggiori opzioni di diventare il 45º presidente degli USA. Tra gli uomini il maggior numero di voti è per Trump, ma le donne potrebbero essere decisive: il 52% dice che voterebbe per Hillary Clinton e solo il 39% da Donald Trump.Anche i più giovani preferiscono Clinton (58% contro 30% tra gli elettori con meno di 40 anni), mentre le persone con più di 65 anni scelgono Trump. A livello geografico, la candidata democratica vince negli stati della East e West Coast, mentre Trump ha più chance in quelli dell’interno e del Sud, tradizionalmente conservatori. Ancora più accentuata la differenza tra il voto nelle grandi città, dove Clinton vince a mani basse, e le sone rurali, dove il multimilionario fa incetta di consensi. Signore e signori, mettetevi comodi e godetevi lo spettacolo: l’incontro sta per cominciare.